Chi siamo

Dal 2015 la Cooperativa Siloe si impegna per garantire una dignità lavorativa a soggetti con disagi sociali. Nata come comunità di accoglienza ci impegniamo da anni per riabilitare soggetti relegati ai margini tramite l’agricoltura.
Non riceviamo nessun aiuto da parte delle istituzioni, puntiamo all’autosufficienza tramite la vendita dei prodotti di cui seguiamo ogni fase produttiva, dalla coltivazione alla trasformazione, grazie ad un progetto partito dal 2017 dove in partenariato con la Cooperativa Murge gestiremo un laboratorio di trasformazione, bene sequestrato alla mafia. Una nuova e stimolante sfida in cui siamo pronti a dare il massimo per il bene dei ragazzi che seguiamo e per ripopolare un zona rurale a rischio di spopolamento.

Siamo un gruppo di volontari che credono nel progetto di Padre Dante Leonardi, progetto che si basa sul ridare valore alla vita tramite il lavoro.
Abbiamo fatto della riabilitazione sociale tramite l’agricoltura un punto fondamentale del nostro lavoro, dando prospettive a chi ormai si era arreso, assicurandoli un’indipendenza economica tramite il lavoro nei campi e la vendita di prodotti e servizi legati alla terra.

Siloe s.c.s, è prima di tutto un centro di reinserimento lavorativo, che permette a tutti ragazzi che fanno parte dell’associazione di andare a lavorare la terra, coltivandola per realizzare dei prodotti primi – come pomodori, melanzane ecc – che vengono poi commercializzati. La sede di Torre a Mare è la casa di Padre Dante Leonardi – che è stata da questi messa a disposizione per l’associazione.

Nell’Antico Testamento si parla della piscina  di Siloe che, grazie ad un canale fatto scavare nella roccia dal re Ezechia prima del 701 a.c., assicurava il rifornimento d’acqua a Gerusalemme anche durante gli assedi.

«Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi« »e mi ha detto: Va’ a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista» (Vangelo di Giovanni, 9:1-12).

La piscina di Siloe è una piscina scavata nella roccia sul versante meridionale della città di Davide, il sito originale di Gerusalemme, situato fuori le mura della Città Vecchia, a sud-est. La piscina è stata alimentata dalle acque della sorgente di Gihon, condotte sin lì da due acquedotti.
La piscina di Siloe è menzionata più volte nella Bibbia. Isaia 8:6 menziona le acque della piscina, mentre Isaia 22:9 e segg. si riferisce alla costruzione del Tunnel di Ezechia.
Per i cristiani, la piscina di Siloe assume un ulteriore significato speciale: è menzionata nel Vangelo di Giovanni, come il luogo in cui Gesù inviò “un uomo cieco dalla nascita” al fine di completare la guarigione di un uomo.
La piscina Shiloah è menzionata da Gesù come esempio di una storia tragica, confrontandola al contempo con l’improvvisa morte dei Galilei (Luca 13:2-4): Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?»
Gesù guarì anche il cieco nelle acque Sante della piscina (Giovanni 9:11): Egli rispose: «Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va’ a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista».

Le cose che sappiamo fare meglio

Accoglienza e integrazione 100%
Riabilitazione sociale 100%
Agricoltura sociale 100%

Intervista a P. Dante Leonardi

Presidente e Fondatore della Cooperativa Siloe s.c.s.

Padre Dante Leonardi

Presidente e Fondatore

Padre Dante Leonardi è Presidente e fondatore. Ha ricevuto in eredità da suo padre una grande casa e l’ha messa a disposizione di persone disagiate e bisognose. Nel 2015 ha fondato la Cooperativa Sociale Siloe, si impegna per garantire una dignità lavorativa a soggetti con disagi sociali. Nata come comunità di accoglienza ci impegniamo da anni per riabilitare soggetti relegati ai margini tramite l’agricoltura.